TALISMANO GANESHA O GANESH, DIO DELLA RICCHEZZA E IL BENE MATERIALE,PORTAFORTUNA
AIUTA AD AFFRONTARE MOLTE DIFFICOLTA' ECONOMICHE E MATERIALI, DI VARIO GENERE. UTILE NEL SUPERARE VARI OSTACOLI DELLA VITA, RIGENERA E RINFORZA LA FORZA FISICA E EMOTIVA.
OGNI PARTE DELL'AMULETO HA IL SUO POTERE ESOTERICO, E' UNO DEI PIU' COMPLETI AMULETI IN ASSOLUTO -
La testa d'elefante indica fedeltà, intelligenza e potere discriminante;
il fatto che abbia una sola zanna (e l'altra spezzata) indica la capacità di superare ogni dualismo;
le larghe orecchie denotano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali;
la proboscide ricurva sta ad indicare le potenzialità intellettive, che si manifestano nella facoltà di discriminazione tra reale ed irreale;
sulla fronte ha raffigurato il Tridente (simbolo di Śiva), che simboleggia il Tempo (passato, presente e futuro) ne attribuisce a Ganesha la padronanza;
il ventre obeso è tale poiché contiene infiniti universi, rappresenta inoltre l'equanimità, la capacità di assimilare qualsiasi esperienza con sereno distacco, senza scomporsi minimamente;
la gamba che poggia a terra e quella sollevata indicano l'atteggiamento che si dovrebbe assumere partecipando alla realtà materiale e a quella spirituale, ovvero la capacità di vivere nel mondo senza essere del mondo;
le quattro braccia di Ganesha rappresentano i quattro attributi interiori del corpo sottile, ovvero: mente, intelletto, ego, coscienza condizionata;
in una mano brandisce un'ascia, simbolo della recisione di tutti i desideri, apportatori di sofferenza;
nella seconda mano stringe un lazo, simbolo della forza che lega il devoto all'eterna beatitudine del Sé;
la terza mano, rivolta al devoto, è in un atto di benedizione (abhaya);
la quarta mano tiene un fiore di loto (padma), che simboleggia la più alta meta dell'evoluzione umana.
DISPONIBILE IN 3 VARIANTI QUESTO AMULETO, SI PREGA DI COMUNICARE QUALE TIPO SERVE
STORIA E PROVENIENZA -
Presso la religione induista, Ganesha o Ganesh (Sanscrito गणेश IAST Gaṇeśa) è una delle rappresentazioni di dio più conosciute e venerate; figlio primogenito di Śiva e Parvati, viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo. Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull'altra, nella posizione della Lalitasana. Tipicamente, il suo nome è preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. Il culto di Ganesha è molto diffuso, anche al di fuori dell'India; i devoti di Ganesha si chiamano Ganapatya.
Simbologia
La Ganapati Upaniṣad translitterata in caratteri romani.
Come per ogni altra forma con la quale l'Induismo rappresenta Dio, inteso come l'aspetto personale di Brahman (detto anche Īśvara, il Signore), anche la figura di Ganesha è un archetipo carico di molteplici significati e simbolismi che esprimono uno stato di perfezione, e il modo per raggiungerla; Ganesha è infatti il simbolo di colui che ha scoperto la Divinità in se stesso.
Egli rappresenta il perfetto equilibrio tra energia maschile (Śiva) e femminile (Shakti), ovvero tra forza e dolcezza, tra potenza e bellezza; simboleggia inoltre la capacità discriminativa che permette di distinguere la verità dall'illusione, il reale dall'irreale.
Una descrizione di tutte le caratteristiche e gli attributi di Ganesha si può trovare nella Ganapati Upaniṣad (una Upaniṣad dedicata a Ganesha) del rishi Atharva, nella quale Ganesha è identificato con il Brahman e con Ātman.[2] In questo inno, inoltre, è contenuto uno dei mantra più famosi associati a questa divinità: Om Gam Ganapataye Namah (lett. Mi arrendo a Te, Signore di tutti gli esseri).